Il piano Juncker? Non vale nemmeno la pena parlarne

Il piano Juncker? Non vale nemmeno la pena parlarne

C’è una cosa più inutile di una stupidità? Sì, commentarla!

Per questo faccio fatica a capire come alcuni giornalisti economici abbiamo potuto pubblicare articoli nei quali hanno cercato di “analizzare” il piano di investimenti presentato ieri dal Presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker.

Mi chiedo infatti come si faccia a commentare il “nulla”.

Sembra un’operazione materialmente impossibile, ma non è così, esiste un modo per farlo: occorre prima costruirsi mentalmente qualcosa, cioè un immaginario, e poi lo si commenta.

Insomma, alla fine non si discute di ciò che esiste, bensì di un’astrazione.

Un’operazione inutile, mi direte. Certo! Non c’è alcun dubbio, ma che permette di riempire “il nulla” di contenuti. E così si va avanti.

Ciò che mi ha fatto più sorridere di questi “articoli” pubblicati anche su “autorevoli” giornali è l’accento posto sul cosiddetto “effetto leva” che caratterizza il piano di investimenti di Juncker.

Alcuni parlano di una leva pari a 5 visto che per arrivare ai 300 miliardi partono da 60 miliardi che dovrebbe essere l’ammontare complessivo dei Bond emessi, per altri è all’incirca 15 visto che partono da 21 miliardi cioè la garanzia apposta per l’emissione dei Bond, ed altri ancora invece calcolano una leva pari a 60 perché (più correttamente) prendono in esame i soli fondi che non sono già stati stanziati negli scorsi anni, e quindi i 5 miliardi che ci mette la Bei.

Ma la domanda da porsi non è se un piano può funzionare con effetti leva di queste proporzioni, bensì che non ha senso parlare di un investimento nel quale avvengono effetti moltiplicativi, potenzialmente infiniti, superiori a 1 e che quindi avrebbero come risultato finale necessariamente infinito!!!

Perdonatemi, non voglio fare il professore di matematica, ma perché si parla di un piano da 300 miliardi? Intendo dire, perché limitarci a soli 300 miliardi se per arrivare a questa cifra basta partire da 8 miliardi, che magicamente raddoppiano e poi sommiamo altri 5 arrivando così a 21 miliardi che mi sono sufficienti per garantirne 60 che poi investendo al 20% quintuplicano a 300.

Perché allora non utilizzare i 60 come garanzia per emetterne 180 e poi perché non partecipare con una percentuale del 10% che così decuplichiamo ed arriviamo a 1.800 miliardi di euro di investimenti totali?

E’ chiaro il concetto?

Un qualsiasi liceale sa che una serie infinita di termini che divergono tende ad infinito, solo quelle convergenti tendono ad un limite finito.

E’ ovvio! Banale rimarcare come la somma di un numero infinito di termini di una serie potrà avere come risultato un numero finito solo se i termini di questa serie sono decrescenti!!!
Achille, partendo cento metri più indietro, se va al doppio della velocità della tartaruga la raggiungerà dopo duecento metri!

La soluzione al paradosso Zenone è stata data dalla matematica con la teoria dei limiti sulle serie convergenti, ma la logica aveva dato una risposta immediata, 500 anni prima di Cristo, nessuno, infatti, nemmeno la persona più stupida, poteva mettere in dubbio che andando a velocità doppia rispetto alla tartaruga, prima o poi, Achille non la raggiungesse.

Quindi, per tornare al nostro Juncker, sarà anche possibile che l’economia in Europa torni a crescere nei prossimi anni, ma certamente ciò NON accadrà per il piano di investimenti prospettato dal Presidente della Commissione europea che NON avrà alcun effetto concreto essendo fondato sul NULLA.

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro