Le donne europarlamentari del Pd: una vergogna nazionale

Le donne europarlamentari del Pd: una vergogna nazionale

Forse noi tutti non abbiamo rimarcato a sufficienza come l’ultima volta che ci siamo recati alle urne lo abbiamo fatto per una consultazione continentale, che, come sempre, non è particolarmente “sentita” dagli italiani (e neppure dagli altri popoli europei per la verità). Da qui l’altissima percentuale d’astensione e, come era già accaduto in passato, un esito sorprendente (ricordiamo, ad esempio, che nel 1999 la lista Bonino arrivò all’8,5% mentre soltanto un anno dopo alle regionali non andò oltre il 2,2%).

I media italiani, invece, hanno trattato il 40 e rotti percento del Pd di Renzi come se fosse stato ottenuto ad elezioni politiche.

E ci sono stati anche diversi notisti politici che hanno messo in relazione il risultato ottenuto dal Pd con la scelta, fatta da Renzi, di mettere a capolista delle cinque circoscrizioni solo donne, quelle che con un’espressione non proprio affettuosa sono state chiamate le cinque cheerleaders del Premier.

L’indubbio successo elettorale ha fatto sì che sul sito ufficiale del Pd, il giorno dopo la tornata elettorale, si sprecassero i peana nei confronti delle cinque capolista, ecco solo un paio di esempi.

Roberta Agostini, coordinatrice della Conferenza donne del PD:

“L’ottima affermazione delle candidate, a partire dalle capilista, ha contribuito in maniera decisiva allo straordinario risultato del PD nelle elezioni europee. La scelta di far guidare le liste da cinque donne ha esplicitato la nostra idea di cambiamento che è stata compresa e premiata dai cittadini italiani. Ora porteremo le nostre idee in Europa”.

Ed ancora:

“La nostra delegazione nel parlamento europeo lavorerà per affermare una nuova idea di Europa con il contributo fondamentale di un’ampia presenza femminile”.

Ma il meglio arriva dalla Finocchiaro:

“Nello straordinario successo del PD di Renzi, che porta in Europa la pattuglia progressista più numerosa del continente, si registra un altro traguardo eccezionale. E’ il risultato delle donne PD. Elette con le preferenze, grazie alla scelta di avere 5 capilista giovani e bravissime e ad una legge che ha permesso un’affermazione senza precedenti delle nostre candidate”.

Che conclude con:

“Questa è la garanzia che ora le donne italiane conteranno di più in Europa e che si farà di più, in termini di democrazia paritaria, diritti, occupazione, conciliazione”.

Ed invece, come è andata?

In una maniera ignobile, una vera vergogna per l’Italia e per le donne italiane in particolare.

Le cinque capolista: Alessandra Moretti, Simona Bonafé, Caterina Chinnici, Pina Picierno ed Alessia Mosca si sono distinte per la loro totale assenza, e per una assoluta incompetenza che le relega agli ultimi posti nella classifica della produttività parlamentare.

Diciamo subito che “si salva” (per modo di dire) solo la Mosca che si piazza a metà classifica (37esima su 73), per le altre una cosa vergognosa.

La Alessandra Moretti, diventata famosa agli italiani per aver sdoganato su un canale della Tv nazionale (La7 nel programma della Gruber), la parola “pompini”, risulta penultima nella classifica con soli due interventi. Nel primo ha fatto allegare alla seduta un intervento scritto sul bilancio della Ue, nella secondo ha perso tutto il tempo in slogan senza senso e, ammesso che avesse una qualche proposta da avanzare, non ha potuto farlo perché nel frattempo era finito il tempo a sua disposizione.

Ma abbiamo detto penultima perché all’ultimo posto c’è una sua collega di partito che non ha fatto assolutamente nulla, si tratta della Mercedes Bresso, ricordate la ex “Governatrice” del Piemonte (e poi ci si chiede perché le nostre Regioni sono messe così male), una delle poche ad essere trombata quando si è ripresentata per un secondo mandato.

Attenzione, ricordiamo per inciso che queste qua si pappano 18.000 euro al mese per non fare una beata fava, anche se occorre riconoscere che una buona fetta se ne va per l’estetista.

Ma torniamo alle nostre capolista che dovevano rivoluzionare l’Europa.

Simona Bonafé e Pina Picierno sono quintultime.

La Bonafé si è poi distinta per una scenetta degna del miglior Totò, nell’unico suo intervento orale (gli altri due sono stati scritti) ha parlato del vertice Onu sul clima, deve aver detto una serie di corbellerie tali che un suo collega non ha potuto trattenersi dal rimarcare pubblicamente che lei dell’argomento non ne sapeva nulla. La Bonafé allora ha chiesto al Presidente di turno la possibilità di una replica e nei 30 secondi che gli sono stati concessi ha detto che lei non è “un tecnico” bensì “un politico”, confessando così che effettivamente di quell’argomento lei non ne sapeva una beata fava.

Visto che non vorrei passare per un misogino (cosa che non sono affatto) sottolineo che al quintultimo posto, quindi assieme alla Bonafé ed alla Picierno, si piazza un altro europarlamentare del Pd tal Sergio Cofferati, un altro sgobbone, che probabilmente passa molto più tempo dal barbiere che non in aula, solo così infatti si può spiegare come la sua celeberrima barba non abbia mai un solo pelo fuori posto.

Comunque, per concludere, queste qua non solo non fanno un tubo e si prendono stipendi da favola (e non so quanti altri rimborsi) ma quando intervengono fanno figure meschine coprendo di ridicolo non solo se stesse ma gli italiani che hanno avuto il coraggio di votarle.

Basta! Siamo stufi!

Usciamo da questa buffonata dell’Europa, se tutti questi MILIARDI di euro che sperperiamo così inutilmente tornassero nelle tasche degli italiani sapete quanto staremmo meglio!!!

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro