Dijsselbloem: noi lo avevamo detto …  già quattro anni fa

Dijsselbloem: noi lo avevamo detto …  già quattro anni fa

Son passati quattro anni da quando pubblicai quest’articolo, Jeroen Dijsselbloem: un imbecille a capo dell’Eurogruppo, che naturalmente vi invito a leggere, ebbene, dovete ammettere che non mi sbagliavo.

Non mi capita spesso di titolare in maniera così esplicita, in precedenza lo avevo fatto solo nei confronti di Jean Claude Trichet, quando nel 2008 pubblicai  quest’altro articolo 06/06/2008 – TRICHET, IMBECILLE!!! (e leggete per favore cosa scrivevo anche in quell’occasione).

L’ex Presidente della Bce (guardate la data) aveva quel giorno ventilato l’ipotesi di alzare i tassi di interesse, causando un crollo verticale delle Borse europee. La cosa assurda è che il mese successivo egli aumentò davvero i tassi portandoli al 4,25% una decisione che personalmente non esitai a definire “folle”, e che la maggior parte degli economisti criticò … ma soltanto parecchi mesi, se non anni, dopo, quando ormai il danno era stato conclamato.

Ma torniamo a Dijsselbloem, egli è il Presidente dell’eurogruppo, in pratica quindi guida il Comitato costituito dai Ministri dell’economia dei Paesi aderenti all’euro, ma ha mantenuto anche la poltrona di Ministro delle Finanza del suo Paese, l’Olanda.

Ora così si spiega perché alle recentissime elezioni, svoltesi nei suo Paese, il Partito di ispirazione laburista del quale fa parte, ossia il Partito del Lavoro, abbia preso una batosta epocale, passando da 38 a soli 9 seggi in Parlamento.

Dijsselbloem è considerato il “padre” del bail-in, fu egli a guidare infatti la risoluzione della crisi finanziaria esplosa nel 2013 a Cipro, che portò non solo all’azzeramento del valore dei titoli azionari ed obbligazionari degli Istituti coinvolti, ma anche ad un prelievo forzoso sui depositi con saldi superiori ad un certo importo, vantandosi alla fine di aver creato “un modello” per la soluzione delle crisi bancarie da applicare in tutta l’eurozona.

Insomma, avete capito, siamo in buone mani.

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro