I francesi: noi sforiamo … et ne pas nous casser les couilles

I francesi: noi sforiamo … et ne pas nous casser les couilles

Il Ministro delle Finanze francese Michel Sapin non poteva essere più chiaro di così: “nessun ulteriore sforzo sarà richiesto alla Francia, perché il governo – assumendosi la responsabilità di bilancio di rimettere sulla giusta strada il paese – respinge l’austerità”.

In pratica, per coloro che avessero ancora dei dubbi sul significato di quelle parole, potremmo tradurre: a noi dei parametri fissati dall’Ue ed in particolare per quel che riguarda il tetto al deficit del 3% “nun ce ne po’ fregà de meno”, quest’anno chiuderanno con un -4,4% il prossimo con -4,3% ed nel 2016 -3,8% così, se tutto va bene, rientreranno entro il 3% nel 2017.

A stupire è soprattutto il tono, perentorio e categorico, qualcosa di più che una sfida, un tono che non poteva passare inosservato e che mette in netta difficoltà la Merkel, costretta da un lato a trattare (se non vuol rimanere sola in Europa), e dall’altro a strillare (se non vuol rimanere sola in Germania).

Le dichiarazioni di Sapin erano musica per le orecchie di Matteo Renzi che non aspettava altro che qualcuno alzasse la voce per accodarsi immediatamente,

Il nostro Premier, visto che è alle prese con la finanziaria (o legge di stabilità, o chiamatela come volete) ed ha quindi un disperato bisogno di risorse che non sa dove andare a prendere, ha subito appoggiato il Ministro francese, creando un asse italo-francese anti austerità.

Insomma nulla cambia, la ricetta delle sinistre, che attualmente governano in Italia e Francia, è sempre la stessa: fare debiti.

E quando arriva il momento di pagarli … farne ancora di più, perché ci sono anche gli interessi. Da sempre, in qualunque parte del mondo dove la sinistra ha governato, ha sempre aumentato il debito, nei Paesi democratici è toccato poi a qualcun altro cercare di riparare i danni, dove invece non c’è democrazia, e quindi manca l’alternanza, si è continuato con i debiti fino alle estreme conseguenze, fino cioè al fallimento totale, ed alla fame.

L’Unione europea, così, non è mai stata tanto vicina all’esplosione, troppe le contraddizioni, per non dire i paradossi, l’ultimo?

Ebbene è presto detto, se la Francia non rispetta i parametri (e non li rispetterà!) dovrà essere sanzionata, è evidente, ma chi dovrà decidere quando e quanto?

Il Commissario europeo agli Affari economici e monetari

E chi ricopre attualmente questo incarico?

Pierre Moscovici, l’ex Ministro delle Finanze francese, cioè colui che ricopriva l’incarico di Sapin prima del rimpasto di Governo dello scorso primo aprile, ovviamente socialista come il suo successore, insomma chi questi debiti ha contribuito ad ingigantirli sforando più volte i parametri.

Insomma è come se nel bel mezzo di una partita un giocatore si togliesse la maglietta della propria squadra ed indossasse quella dell’arbitro.

Unione europea, siamo alla frutta?

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro