L'Europa ribolle dopo il voto

L'Europa ribolle dopo il voto

I partiti anti euro hanno avuto un successo strepitoso alle ultime elezioni continentali, ma ovviamente non hanno ottenuto la maggioranza relativa, tuttavia il consenso di tanti elettori che non vedono di buon occhio la moneta unica e la stessa Unione europea, un suo effetto lo ha già ottenuto: quello di far sorgere dissidi anche molto aspri all’interno delle due storiche coalizioni.

Ed ecco allora che anche la candidatura, che a priori si poteva ritenere più scontata, ossia quella dell’ex Primo Ministro lussemburghese, Jean Claude Juncker alla Presidenza della Commissione europea per il PPE, non si dà più per acquisita, anzi …

Se prima si poteva pensare che Juncker avesse pochi nemici interni (l’ungherese Orban in particolare) ora pare proprio che si stiano moltiplicando, il lussemburghese sembra infatti non attirare le simpatie nemmeno dello svedese Reinfeldt, dell’olandese Rutte e del finlandese Katainen.

Nonostante ciò l’appoggio ricevuto dalla Merkel era determinante, e sembrava sufficiente per far sentire Juncker in una botte di ferro, se non che, come un fulmine a ciel sereno (o insomma quasi), ecco arrivare una vera e propria bordata da Oltre Manica.

Il Premier Cameron, infatti, senza mezzi termini ha detto alla Merkel che una eventuale elezione di Juncker avrebbe conseguenze molto forti, la Gran Bretagna sarebbe costretta ad accelerare i tempi del paventato referendum sulla permanenza all’interno dell’Unione europea.

Naturalmente occorre capire quali siano le motivazioni di una presa di posizione così forte da parte del Primo Ministro inglese. Cameron avrebbe (ma il condizionale è naturalmente d’obbligo) definito Juncker “un politico degli anni ottanta”.

Una definizione che in Italia suonerebbe come un complimento, visto che dopo la stagione di Mani Pulite la qualità e la personalità dei politici italiani è drammaticamente scaduta, ma la frase di Cameron, naturalmente, non suona proprio come un complimento e soprattutto mette la Merkel “con le spalle al muro”, ed allora: come reagirà a questa presa di posizione del Primo Ministro inglese che ha tutte le caratteristiche di un vero e proprio diktat?

Farà la voce grossa? Chinerà il capo? O cercherà una mediazione?

Qualunque sia la decisione della Cancelliera, è probabile che non riuscirà a ricucire lo strappo, ed una lacerazione così forte lascerà strascichi per un lungo periodo di tempo.

Queste prese di posizione mostrano chiaramente che i Premier, anche dei più importanti Paesi europei, guardano principalmente (se non esclusivamente) agli equilibri interni, visto che le loro fortune elettorali dipendono esclusivamente dal loro popolo.

Un altro segnale che se non siamo stati in grado finora di fare l’Europa, figuratevi quanto ci vorrà per fare gli europei.

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro