Nasdaq: storia di un record

Nasdaq: storia di un record

Giornata davvero storica per la Borsa americana, il record dei record è stato battuto.

Quando nel marzo del 2000 il Nasdaq cominciò a crollare e mi resi conto che era scoppiata una delle più grandi bolle finanziarie della storia pensai che non avrei vissuto abbastanza per tornare a rivedere l’indice dei titoli tecnologici su quei livelli.

Evidentemente mi sbagliavo ancora una volta, sono bastati poco più di 15 anni ed ecco che oggi il Nasdaq andando a chiudere su quota 5.056,06 ha superato anche il “mitico” record stabilito il 9 marzo dell’anno 2000 quando al fixing aveva fatto segnare 5.046,86 punti.

Chiariamo subito che il Nasdaq di oggi praticamente non ha nulla a che vedere con quello del 2000, allora titoli come Google e Facebook, ovviamente, non erano neppure quotati ed anche un colosso assoluto come Apple valeva ben poco (3,13 dollari, mentre oggi ha chiuso a 129,67 dollari).

Però vedere superare quel record che fino a pochi anni fa, sembrava non solo imbattibile, ma addirittura inavvicinabile, mi ha fatto una certa impressione.

Ed allora la domanda che sorge spontanea è: a distanza di quindici anni, abbiamo creato un’altra bolla?

Cerchiamo di dare una risposta, la più razionale possibile, ed allora andiamo ad analizzare cosa era successo allora e cosa adesso.

Bisogna partire dall’ottobre 1998, il Nasdaq valeva poco meno di 1.500 punti, in un anno raddoppiò le proprie quotazioni, nell’ottobre del 1999 valeva quindi poco meno di 3.000 punti. Ma è in quel momento che avviene l’incredibile, quando infatti tutti si attendevano un fisiologico ritracciamento dopo una salita così vorticosa, avvenne l’esatto contrario.

In meno di 5 mesi il Nasdaq guadagnò ancora l’87,81% arrivando, come detto, il 9 marzo del 2000 a terminare le contrattazioni a quota 5.046,86 punti. Quindi in 17 mesi l’indice dei titoli tecnologici aveva guadagnato il 255,76%!!!

Il crollo susseguente fu altrettanto repentino, in tredici mesi perse più dei due terzi del proprio valore, e la discesa culminò il 9 ottobre 2002, ossia durò 19 mesi, con il Nasdaq che era tornato a 1.114,11 punti quindi oltre il 20% in meno rispetto al punto dal quale era partito (ottobre 1998).

In pratica un’impennata mai vista prima seguita da un crollo che a sua volta non si era mai visto in precedenza.

Un abbaglio al quale era seguito immediatamente un traumatico ritorno alla realtà. In pratica, possiamo ora dire che dall’ottobre del 1999 al marzo 2000 … eravamo tutti impazziti?

Se avessi dovuto dare una risposta a questa domanda nel 2002 non avrei avuto alcun dubbio nel dire “SI’” … oggi, invece …

Cerco di essere chiaro, è ovvio che valutare il Nasdaq più di 5000 punti nell’anno 2000 era una pura follia, ma determinata da un miraggio e cioè che quelle aziende avrebbero governato il mondo. Ebbene nel 2000 quelle aziende non governavano un bel niente …

… ma oggi …

… SI’ …

… oggi governano davvero il mondo.

Apple, Google, Facebook, Amazon, Microsoft governano davvero il mondo e la loro leadership planetaria può essere messa in discussione soltanto dalle concorrenti cinesi, come Huawei nella produzioni di cellulari, oppure il motore di ricerca Baidu, per non parlare di Alibaba un vero colosso nelle vendite online.

Vediamo ora come siamo arrivati a questo nuovo record per il Nasdaq.

Come noto tutto parte un 9 marzo (ancora??? Ma che coincidenza!!!), siamo nel 2009 ed arriviamo dal drammatico crollo successivo alla bolla dei subprime, stavolta quindi una bolla finanziaria. Il Nasdaq vale 1.268,64 punti e comincia una risalita.

In poco più di un anno l’indice dei titoli tecnologici raddoppia il proprio valore, un po’ come era accaduto dall’ottobre ’98 all’ottobre ’99. A quel punto, però, non ha una nuova impennata, rifiata per alcuni mesi e poi dal settembre 2010 torna a ripartire.

La risalita è quasi senza soste ed il Nasdaq raddoppia ancora la sua quotazione, ma stavolta, per raggiungere questo risultato ci vogliono più di tre anni.

E siamo arrivati così ad un anno fa, siamo nel marzo del 2014. Da allora l’ultimo “strappo”, c’è stato un solo momento in cui un ritracciamento aveva fatto pensare che non si sarebbe arrivati a ritoccare il massimo storico del 2000, un calo fra i mesi di settembre ed ottobre scorsi, ma il repentino rimbalzo aveva fugato ogni dubbio.

Ed eccoci ad oggi, ed al nuovo record storico: 5.056,06 punti.

Dal 9 marzo del 2009 un guadagno del 298,54%, in pratica il Nasdaq in poco più di sei anni ha quadruplicato la propria quotazione. E naturalmente è molto probabile che non finisca qui.

E’ un rialzo che ha dei fondamentali? E’ sostenibile? Oppure abbiamo creato una nuova bolla che prima o poi scoppierà?

Ho già parzialmente risposto a queste domande, lo ribadisco, il Nasdaq di oggi non è neppure paragonabile a quello del 2000 che, oggi lo sappiamo, non aveva alcuna aderenza con la realtà economica … però …

… però alcuni settori, come ad esempio quello biotecnologico, non possono non far sorgere dubbi sulla sostenibilità di alcune valutazioni. Certo la quasi totalità delle aziende di questo settore erano piccole società venti anni fa, mentre oggi sono dei “colossi”, ma da un po’ di tempo il comparto cresce sulla base di operazioni straordinarie (fusioni, aggregazioni etc.) mentre i fondamentali economici sembra siano andati fuori controllo.

Stiamo a vedere cosa accade, ma, come sempre, il mio consiglio personale, operando sui mercati, è quello di non perdere mai di vista l’aspetto fondamentale degli investimenti finanziari: IL RISCHIO.

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro