Rai, proprio un bel Capodanno!

Rai, proprio un bel Capodanno!

Molti hanno paragonato il Capodanno andato in onda ieri su RaiUno a quello del primo indimenticabile Fantozzi. Nel film di Paolo Villaggio, diretto dal grande Luciano Salce, era il direttore dell’orchestra che, dovendo andare a suonare in un altro veglione, spostava avanti l’orologio di un’ora e mezza. Alla Rai, però, non hanno voluto esagerare, si sono limitati a poco più di un minuto.

E’ chiaro che stappare la bottiglia di spumante e scambiarsi gli auguri con un minuto di anticipo non ha cambiato la vita a nessuno, ma anche fatti del genere sono emblematici per comprendere quanto l’azienda televisiva di Stato sia completamente allo sbando.

Non so quanto sia costato il programma “L’anno che verrà” (un titolo davvero originale) condotto da Amadeus ed andato in onda da  Matera, col quale l’ammiraglia della Tv di Stato, RaiUno festeggiava l’arrivo del nuovo anno, ma certamente milioni di euro.

Naturalmente la mia non è una critica alla trasmissione, che, lo ammetto, mi sono perso, bensì all’organizzazione di un evento. Il programma che festeggia l’arrivo dell’anno nuovo deve fare attenzione soltanto ad una cosa: la precisione dell’orario. Fortunatamente è anche la cosa più semplice del mondo, ci sono infatti innumerevoli siti che gratuitamente forniscono l’ora esatta al centesimo di secondo. Ed allora,vien da chiedersi, come è possibile sbagliare?

A chi era stata affidata la responsabilità di sincronizzare il countdown? Probabilmente ad un deficiente cronico.

Ma la cosa che ha fatto più scalpore è la bestemmia andata in onda in sovrimpressione, e qualche riflessione sull’accaduto la si deve fare.

Naturalmente gli sms che arrivavano dovevano essere “filtrati”, ma come? Da chi? Da un software? Da un gruppo di persone? Ritengo, o perlomeno mi auguro, da entrambe le cose. Mi spiego.

Diamo per buono il dato comunicato dalla stessa Rai, ed ossia che siano arrivati più di 150.000 messaggi, anche se risulta difficile pensare che ci possano essere più di 150.000 italiani talmente idioti da inviare questi messaggi ad uno di quei numeri telefonici “truffaldini” per cui oltretutto si veniva addebitati  di 51 centesimi.

Non è superfluo quindi sottolineare come si possano configurare gli estremi del reato di truffa nel comportamento della Rai, cioè un ente pubblico, che “invitava” i telespettatori ad inviare sms assicurando che sarebbero stati riportati sulla striscia che compariva nella parte bassa dello schermo televisivo.

E’ del tutto evidente, infatti, anche solo per ragioni di tempo, che non potessero essere più di poche migliaia (ad essere generosi)  i messaggi trasmessi, quindi la stragrande maggioranza delle persone che hanno inviato sms pagando 51 centesimi non hanno avuto la “soddisfazione” di vederli comparire sullo schermo televisivo.

Ed allora visto che la stragrande maggioranza degli sms non è mai apparsa in tv, risulta ancora più incredibile che in quell’esigua minoranza di messaggi trasmessi ce ne fosse uno che recava al suo interno una bestemmia.

Assolutamente spassosa poi il comunicato della Rai che, scusandosi con i telespettatori per la bestemmia, ha voluto precisare che, riporto fedelmente “Il mancato controllo è frutto di un errore umano, il responsabile è stato immediatamente individuato e sospeso dall’azienda”.

Frutto di un errore umano che significa? Che c’era un gruppo di persone incaricato di vagliare oltre 150.000 messaggi??? Ma quante erano queste persone?

Ed il “responsabile” che è stato prontamente individuato dalla Rai chi era? Una di queste persone che dovevano vagliare gli sms? Oppure il loro capo? Cioè chi coordinava il fantomatico gruppo di supervisori di sms?

Questa persona si deve presumere sia un dipendente della Rai, visto che “è stato sospeso dall’azienda”!!! Ed allora siamo alle comiche!

Quindi il dipendente ora è sospeso, per cui al momento non può recarsi al lavoro, ma deve essere normalmente retribuito. Bene! E poi cosa faranno? Lo licenzieranno?

Ma dai!

Ed hanno il coraggio di farsi pagare un canone. Vergognatevi!

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro