Un dibattito aperto che sembra non avere fine. Da una parte i sostenitori dell’euro e dalla parte opposta, tra questi anche il sottoscritto, gli euro-scettici.
Per l’uomo comune l’euro è una moneta che ci aiuta a confrontare i prezzi dei diversi beni venduti in giro per l’Europa. Sentiamo pronunciare frasi del tipo: “almeno quando vado in Francia o in Germania non devo cambiare la mia moneta”. Alcuni pensano, erroneamente, che l’unione faccia la forza. Quindi poiché gli stati americani dispongono di una sola moneta è giusto che anche l’Europa disponga di una sola moneta. Purtroppo così pensando si riduce la questione euro soltanto a un livello socio-culturale senza tenere in considerazione il vero problema: la perdita da parte dell’Italia della politica monetaria!
Tassi d’interesse, coefficiente di riserva obbligatoria, operazioni di mercato aperto non vengono più decise secondo le necessità della singola Nazione, a meno che non si tratti della Germania (una piccola nota polemica), ma secondo le necessità di un coacervo di Paesi che sono economicamente molto differenti gli uni dagli altri.
Prima dell’euro i danni della politica fiscale decisa dal Governo venivano in parte coperti dalla politica monetaria della Banca d’Italia. Oggi invece i danni della politica fiscale si mostrano in tutta la loro stupidità.
Trilioni di euro vengono oggi scambiati versus dollaro, yen, sterlina inglese, ecc. per essere competitivi rispetto a questi Paesi. Nonostante questi sforzi finanziari la nostra moneta continua ad essere troppo apprezzata rispetto alla valuta di riferimento mondiale ovvero il dollaro americano.
Questo ci porta ad essere competitivi solo sull’acquisto di materie prime come il petrolio, anche se poi i balzelli introdotti dai vari Governi susseguitesi nel corso della storia hanno annullato questo beneficio. Purtroppo questi stessi benefici sono di gran lunga inferiori ai costi di una bilancia commerciale fortemente penalizzata dalle ridotte esportazioni.
Adesso, anche i bambini imparano già dalle elementari che l’Italia è un Paese il cui Pil dipende fortemente dalle esportazioni, quindi diventa logico comprendere che una moneta forte non aiuta sicuramente la nostra economia a prosperare.
Qualcuno potrebbe obiettare:” Roberto allora è solo questione di svalutare l’euro e il gioco è fatto!”
Perchè dovremmo uscire dall’euro necessariamente?
Risposta: da una parte è giusta l’obiezione in quanto un euro più debole migliorerebbe la nostra economia così massacrata da incapaci politici che pensano solo ai fatti propri ma dall’altra parte ciò non è sufficiente perchè la politica monetaria rimarrebbe sempre nelle mani della Banca Centrale.
Come vedete l’articolo espone un tema più profondo del semplice concetto di una svalutazione monetaria per vendere più prodotti all’estero. Ogni giornalista spara questa mezza verità ma, causa l’ignoranza e il basso quoziente d’intelligenza, non spiega il vero perchè dei danni che l’euro ogni giorno provoca alla nostra contabilità nazionale.
Proposta provocatoria: E se uscissimo dall’euro per creare delle monete regionali anziché reintrodurre solo la vecchia lira?
Più che provocatoria è una proposta che potete leggere sul libro dell’economista di stampo austriaco Hayek “La denazionalizzazione della moneta”.
Nel prossimo articolo spiegherò di che si tratta e vedrete come la logica vi condurrà autonomamente alla risposta della domanda di questo articolo: “Ci conviene uscire dall’euro?”
Roberto Domenichini per Finanza In Chiaro