Via dai Bond con scadenze lunghe

Via dai Bond con scadenze lunghe

Non si può non notare come per anni, sto ovviamente parlando a livello globale, siano contemporaneamente saliti sia il comparto azionario che quello obbligazionario. Non va bene! E’ una anomalia, che al massimo può verificarsi per brevi periodi di tempo, le due principali asset class nelle quali, per semplicità, potremmo dividere il mercato finanziario devono avere cicli temporali diversi e solo per brevi periodi di tempo sovrapponibili.

Quando assistiamo invece, come ora, al perpetuarsi per anni di cicli rialzisti sia per il mercato dell’equity che per quello dei bonds, ebbene la conseguenza naturale è che successivamente si abbia un “riequilibrio” ossia che ci si possa attendere un ridimensionamento anche molto brusco per entrambe le “macro” asset class.

Focalizzando per un momento l’attenzione in particolare sui bond, senza fare neppure una distinzione fra governativi e non, generalmente li consideriamo meno pericolosi (in termini di rischio finanziario) rispetto alle azioni ed in effetti ciò è anche vero, ma cosa è accaduto soprattutto in questi ultimi anni?

Che per rispondere alla crisi i tassi sono stati abbattuti, di conseguenza, i rendimenti sono stati compressi, con la logica conseguenza che i prezzi si sono innalzati.

Tutto normale!

Certo!

Ma quando, fisiologicamente, ci saremmo potuti attendere che, dopo un certo periodo di tempo, sarebbero risaliti i rendimenti perché la ripresa economica avrebbe portato con sé pericolose spinte inflazionistiche, ciò non è accaduto.

Non è accaduto perché in una larga parte del mondo sviluppato (mi riferisco a numerosi Paesi europei) la ripresa economica non c’è stata, ed anche dove pare essersi “materializzata” (mi riferisco agli Stati Uniti) non ha portato con sé inflazione, con la conseguenza che i tassi anche in quella parte del mondo sono tuttora a zero.

Ebbene, cosa ha fatto allora il mercato alla spasmodica ricerca di rendimento?

Si è spostato su scadenze più lunghe! Anche questo è stato un fenomeno assolutamente naturale.

Naturale, ma pericoloso.

Infatti occorre chiedersi, cosa rende rischioso il mercato obbligazionario? Ovviamente, lo sappiamo tutti, la solvibilità dell’emittente, ma il mercato ha del tutto sottovalutato che c’è anche un rischio “temporale”.

Tutti infatti sono in grado di comprendere che se compro delle obbligazioni ad esempio della Fiat che mi scadono domani, mi saranno rimborsate con certezza, perché la probabilità che la Fiat fallisca entro domani è praticamente nulla. Ma se queste obbligazioni mi scadono fra cinquant’anni? Chi me lo dice che la Fiat non fallisca nei prossimi cinquant’anni?

Guardate che se mi avessero detto vent’anni fa che la Kodak sarebbe fallita io non ci avrei mai creduto, ed invece?

E rimane solo una misera consolazione il fatto che, se le cose cominciano a mettersi male, io possa sempre vendere le obbligazioni Fiat che ho in carico e che scadono fra cinquant’anni, perché mi devo chiedere: chi li compra è un fesso? Certamente me li comprerà ad un prezzo molto più basso di quello al quale le ho comprate io, quindi … perderò dei soldi.

Occorre a questo punto sottolineare una cosa, i famosi “mercati” conoscono perfettamente quali sono i rischi delle varie asset class, ma … ma spesso, soprattutto in alcuni momenti, li sottovalutano. E li sottovalutano perché i rischi, ALL’INIZIO, sono delle opportunità, POI, visto che la manna dal cielo è scesa una sola volta (e qualcuno lo mette pure in dubbio), i rischi non solo smettono di essere opportunità, ma diventano vere e proprie scottature (ed a volte delle ustioni).

Questo fenomeno è alla base della creazione delle cosiddette BOLLE.

Ed allora chi ha acquistato direttamente o indirettamente (tramite ad esempio un fondo d’investimento) dei bonds con scadenza decennale ha messo in conto che se i tassi di mercato salgono solo di un 1% (e ricordiamo che oggi sono a zero) il suo investimento subisce una riduzione del 10%? E se ha in mano un trentennale il calo sarà del 30%!!! (ovviamente sto facendo dei calcoli “grezzi” per rendere chiaro il concetto).

Il mercato quindi a mio avviso non ha prezzato correttamente le scadenze lunghe, chiediamoci perché? Semplicemente perché chi doveva mettere in guardia gli investitori da questo rischio, semplicemente, non l’ha fatto.

Quindi sul banco degli imputati in primis le Banche?

NO! Soprattutto il mondo del risparmio gestito!

Promotori e consulenti quanto hanno raccolto negli ultimi anni? Miliardi e miliardi di euro, e dove sono andati? In parte sul mercato azionario, ma soprattutto su quello obbligazionario che si è trovato costretto ad allungare la durata finanziaria.

D’altronde un gestore che deve fare? Se continuano ad arrivargli dei soldi lui non può far altro che comprare, e compra quello che c’è! Non può fare diversamente.

Attenzione quindi al mercato azionario, quando il Presidente (o Presidentessa) della Fed arriva a dire che “forse” il mercato azionario è un po’ sopravvalutato io sarei prudente, ma non è meno rischioso, e questa è la novità di questi ultimi anni, anche il mercato obbligazionario.

Naturalmente tutto cambia se invece ci riferiamo agli investimenti obbligazionari con duration (durata finanziaria) molto bassa, insomma i bonds che scadono a breve termine, in questo caso il rischio è estremamente limitato.

Ebbene, mi direte, sì, ma questi titoli non rendono quasi nulla, anzi a volte hanno pure rendimenti negativi. Certo è vero, ma è sempre una questione rischio/rendimento.

Chiedetevi infatti ma chi compra dei titoli obbligazionari svizzeri che hanno rendimenti negativi, un pazzo? Beh! Questo pazzo se risiedesse nell’area euro ed avesse effettuato questo investimento lo scorso anno od anche nei primi giorni di quest’anno, avrebbe guadagnato il 15% soltanto per effetto del cambio! E quindi non avrebbe fatto proprio una brutta scelta.

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro