Banca MPS: un aumento di capitale che fa discutere molto

Banca MPS: un aumento di capitale che fa discutere molto

Prosegue l’aumento di capitale sociale per Banca Monte dei Paschi di Siena, ma continua ad essere condizionata dalle operazioni in derivati che incidono soprattutto sull’attuale valutazione del titolo azionario.

Ciò accade per le “particolari” condizioni che regolano questo adc, e ribadiamo per l’ennesima volta che la Consob non può avallare tutto.

Cerco di essere il più chiaro possibile anche se in questo caso la conoscenza di qualche nozione in ambito finanziario è necessaria.

Avrete senz’altro sentito, poiché sbandierato da tutti i media, che il prezzo delle “nuove” azioni incorporava uno “sconto” (sapete che questo termine non va interpretato in maniera letterale) del 35% rispetto al Ter, ebbene questo “sconto” è superiore (e capitemi bene, è un aspetto negativo che lo sconto sia più alto) rispetto ad operazioni analoghe effettuate da società dello stesso settore.

Ma nessuno, in precedenza, aveva fatto operazioni di tale portata, cioè 1,7 volte la capitalizzazione di Borsa.

Comunque torniamo a noi, il fulcro sta nel fatto che non è stato scelto, come correttezza avrebbe imposto, di emettere nuove azioni con un prezzo inferiore del 35% rispetto al valore di mercato.

Semplificando visto che le azioni valevano all’incirca 24,5 euro e si dovevano raccogliere 5 miliardi di euro si sarebbe dovuto operare in questo modo:

24,5 – 35% = 16 euro circa = prezzo nuova azione

5.000.000.000 : 16 = 312.500.000 numero nuove azioni emesse

Insomma visto che prima dell’operazione di aumento di capitale sociale le azioni MPS in circolazione erano 116.815.385 se ne sarebbero dovute emettere meno del triplo.

Invece si è deciso di emettere 5.000.000.000 (per la precisione 4.999.698.478) di nuove azioni cioè, quasi 43 volte le azioni in circolazione, insomma si è inondato il mercato di nuove azioni.

Perché è stata scelta questa via, che io ho definito “truffaldina”? Naturalmente occorrerebbe chiederlo alla dirigenza di MPS, ma “avanzo una ipotesi” che penso non si discosti molto dalla verità.

Perché sarà stata imposta dal Consorzio di garanzia, le Banche che “garantiscono” il buon esito dell’operazione (naturalmente per buon esito intendo dire che le azioni emesse andranno totalmente sottoscritte), non si fidavano ed allora oltre a chiedere un “aggio” (vogliamo chiamarla “tangente”?) del 5%, hanno preteso che le nuove azioni fossero emesse a 1 euro.

Cioè il Consorzio di garanzia non si è fidato ed ha preteso delle condizioni per cui gli azionisti fossero “costretti” ad aderire all’operazione (ovviamente nei limiti delle loro possibilità economiche). E ciò è molto preoccupante

Può sembrare ininfluente, solo per fare un esempio eclatante, emettere 5 milioni di azioni ciascuna del valore di mille euro ciascuna, oppure 5 miliardi di azioni ognuna del valore di un euro, ma non è così!

Naturalmente Banca MPS ha un valore (dobbiamo augurarcelo almeno), ma se fosse stato scelto di fare un aumento di capitale “normale” sarebbe stato più facile attribuire una valutazione all’azione, così invece è tutto più complicato.

Ed allora il cercare di stabilire, o meglio, stimare, quale potrà essere la quotazione delle azioni MPS al termine dell’operazione di aumento di capitale sociale, sarà il tema del prossimo articolo che pubblicheremo domani al termine della prima settimana di trattazione dei diritti.

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro