Banche italiane, le "pagelle" della Bce

Banche italiane, le "pagelle" della Bce

Come sta il sistema bancario italiano? E’ in buona salute? Ha qualche acciacco? Oppure è gravemente malato?

Il check-up, come sempre, viene eseguito dalla Bce, che, dalle nostre parti, tutti considerano un “dottore” molto severo, di quelli che ti pongono una serie infinita di “divieti”, quel medico che ti proibisce di mangiare tutte le cose buone perché “fanno male”.

Avrà ragione? Oppure l’assoluta mancanza di trasgressioni, a tavola, alla fine ci rende tutti “sani ma infelici”?

Sto ponendo delle domande retoriche perché tutti sappiamo che non esiste una risposta categorica, la “via di mezzo”, in questo caso più che mai, risulterà sempre preferibile ad ogni eccesso, ma rimane il problema di capire quale sia la “giusta misura”.

Ed eccoci quindi al nocciolo della questione.

Lo so che, gira e rigira, ci ritroviamo sempre allo stesso punto, ma non ci sono scappatoie, quando si mettono assieme cose diverse il punto d’incontro, essendo una media, non soddisfa nessuno.

E’ chiaro infatti che la “giusta misura” per un tedesco ha un valore e per un italiano un altro.

Ma non è soltanto una differenza di mentalità, a meno che nel termine “mentalità” non inseriamo anche concetti come cultura, tradizione, storia, che non sono cose che si possono cancellare con un tratto di penna.

Il sistema bancario di stampo anglosassone, solo per fare l’esempio più eclatante, è profondamente diverso rispetto a quello tedesco o italiano semplicemente perché nato su presupposti del tutto differenti.

Ed obiettivamente non si può dire ad un popolo di cancellare la propria storia perché “è sbagliata”. Come è possibile?

Certamente se fossi a Capo del Governo “rivoluzionerei” l’Italia, ma partendo dalle sue radici storiche e culturali che sono assolutamente peculiari e non per farne “una piccola Germania” o “una piccola Inghilterra”.

Ed ecco allora, tornando a bomba, che il check-up della Bce al nostro sistema bancario, a mio avviso, appare comunque ingeneroso e non tanto per la “bocciatura” di alcuni Istituti (Carige, Banca MPS, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca), ma per aver “promosso”, con buoni voti, solo Intesa Sanpaolo. Le altre sono state promosse appena con la sufficienza.

Personalmente non ritengo il nostro sistema bancario così disastrato, certamente l’euro ha massacrato la nostra economia e le Banche sono state gravate da sofferenze che non avevano mai avuto nei tempi passati, ma non abbiamo mai (tranne che in casi sporadici e naturalmente condannabili) concesso crediti facili o ci siamo esposti in maniera considerevole a rischi eccessivi.

Un esempio per tutti, prima del “primo salvataggio della Grecia” da parte dell’Europa, il sistema bancario italiano aveva un’esposizione irrisoria con il Paese ellenico, al contrario di quello francese e tedesco.

Un motivo ci sarà!

Erano state più lungimiranti le nostre Banche, che si sono tenute “alla larga” dai titoli di Stato greci, o quelle degli Stati europei, più “virtuosi”, che ne avevano comprati a piene mani?

Poi sappiamo come è andata a finire, grazie alla nostro classe politica, sigh!

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro