Elezioni Gran Bretagna: quello che i giornali (ed i telegiornali) non dicono

Elezioni Gran Bretagna: quello che i giornali (ed i telegiornali) non dicono

L’essenza della democrazia è il voto, quindi salutiamo sempre con favore tutte le (libere) elezioni, perché espressione della volontà popolare. A volte però dimentichiamo che la legge elettorale, anche nei Paesi a più antica tradizione democratica, può produrre esiti, ossia una rappresentanza parlamentare, che si discostano ed anche molto, dalla volontà espressa dal popolo.

Si dice che tutto ciò è necessario per garantire la “governabilità”, ed ovviamente in parte questo è vero, ma, come sempre, c’è anche un problema di “misura”. Sappiamo tutti che la legge elettorale perfetta non esiste, ma sappiamo anche che più la rappresentanza parlamentare si discosta da una proporzionalità dei voti espressi e più ci si allontana dalla volontà popolare.

Ed allora possiamo parlare di democrazia compiuta se questa non è correlata con un altro valore imprescindibile che possiamo chiamare “giustizia”?

Naturalmente sono interrogativi, non sono risposte, ma servono per riflettere, ed allora analizziamo cosa è accaduto nelle elezioni tenute ieri in Gran Bretagna, precisando che nel momento in cui scrivo non si sono ancora concluse le operazioni di spoglio, i dati, però, sono quasi definitivi, quindi si possono certamente fare delle considerazioni senza tema di smentita.

Ebbene tutte le televisioni ed i giornali cosa vi hanno detto?

Che Cameron, e quindi il Partito Conservatore ha vinto (o stravinto) e Miliband, e quindi il Partito Laburista, ha perso. Le previsioni, che erano per un testa a testa, sono state smentite dai fatti, Cameron governerà ancora per altri cinque anni.

Poi vi dicono anche che c’è stato un successo straordinario del partito indipendentista scozzese che avrà una forte rappresentanza nel nuovo Parlamento.

Infine vi hanno detto che Nigel Farage ed il suo Ukip, ossia il Partito euroscettico, non ha sfondato, anzi avrà soltanto uno o due deputati eletti.

Ebbene ora vi dico come è andata realmente: in percentuale sia i Conservatori che i Laburisti hanno avuto più o meno gli stessi voti delle scorse elezioni. Ed allora cosa è cambiato?

E’ accaduto che il partito indipendentista scozzese ha guadagnato, naturalmente a livello nazionale, circa il 4% dei voti e l’Ukip di Nigel Farage ha più che triplicato i suoi voti guadagnando oltre 9 punti percentuali ed arrivando ad uno straordinario risultato a livello nazionale; il 13,7%!!!

A crollare (-14%) ovviamente sono i Liberali che attualmente governavano con i Conservatori. Insomma è accaduto come in Germania in cui il Partito della Merkel ha fagocitato i suoi alleati.

Ed allora perché si parla di un trionfo per Cameron ed una disfatta per Miliband? Semplicemente perché nella democraticissima Gran Bretagna il Partito Indipendentista scozzese con poco più del 6% dei voti (a livello nazionale) avrà presumibilmente 58 seggi, mentre l’Ukip, con quasi il 14% a livello nazionale, avrà 1 o forse 2 seggi.

Come è possibile?

Semplicemente portando all’estremo il sistema maggioritario che piace tanto agli anglosassoni (chi arriva primo si prende tutto ed altri non resta nulla), così dei 59 seggi che spettano alla Scozia 58 andranno agli indipendentisti che praticamente li hanno tolti ai Laburisti che avevano tradizionalmente la loro roccaforte oltre che nell’area urbana di Londra, proprio al di sopra del Vallo di Adriano.

La domanda quindi rimane: si può parlare de Democrazia quando in un Paese un partito votato dal 14% degli elettori praticamente non ha rappresentanza parlamentare?

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro