Grillo, più che una battuta infelice, un vero ... Delirio

Grillo, più che una battuta infelice, un vero ... Delirio

E’ chiaro che se Grillo non dovesse infarcire i suoi comizi con battute e freddure perderebbe metà del pubblico, molti di coloro che si recano nelle piazze per ascoltare il leader del M5S lo fanno anche per divertirsi un po’.

D’altronde Grillo da anni dice le cose che ripete oggi in giro per l’Italia, la differenza è che prima di entrare in politica per seguire un suo spettacolo occorreva pagare, oggi è gratis.

Ma non è facile fare diversi comizi ogni giorno e non essere ripetitivo, trovarne sempre battute nuove non è semplice anche per comici affermati e da tanti anni sulla scena come Grillo.

Ed allora è inevitabile che possa “scappare” una battuta infelice, una “stupidata” che un secondo dopo che l’hai detta ti accorgi di aver fatto la cazzata, ma ormai è fatta e non ti resta che chiedere scusa o cercare in una qualche maniera di rimediarla.

Visto che la parola “scusa” non rientra nel vocabolario di Beppe Grillo, egli ha preferito cercare di rimediare alla “gaffe”.

Ma cosa ha detto Grillo?

In un comizio a Padova ha detto che Dudù, il cane della Pascale, dovrebbe essere “affidato alla vivisezione”.

E’ vero, è difficile pensare ad una battuta più stupida, o meglio, non si può neppure considerarla una battuta, è una scemenza e basta! Però gli è uscita!

Ed allora dato che si è accorto non di aver detto una scemenza, ma di aver detto una cosa che avrebbe potuto fargli perdere dei voti (sono milioni le persone in Italia che hanno un cane) allora per rimediare ha voluto successivamente pubblicare un tweet in cui precisava di essere contrario alla vivisezione e di amare il suo cane di nome Delirio.

Forse per spiegare il nome che Grillo ha voluto dare al proprio cane occorrerebbe scomodare Freud, difficile non vedere in quella scelta una specie di “transfert”.

I successi ed il consenso popolare che i sondaggi attualmente gli attribuiscono forse hanno inciso sulla lucidità della persona, a volte per prendere qualche voto in più occorrerebbe fare qualche comizio in meno.

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro