Il nuovo Pd: la politica di Cetto La Qualunque

Il nuovo Pd: la politica di Cetto La Qualunque

 

Ecco, adesso è chiaro a cosa si riferiva Matteo Renzi, il Sindaco di Firenze e nuovo Segretario del Pd, quando alcuni anni or sono ha lanciato la campagna della cosiddetta “rottamazione”, andavano rottamate le vecchie babbione (tipo Rosi Bindi) e sostituite con giovani gnocche (tipo Maria Elena Boschi).

Via i capelli bianchi che sanno di vecchio e trasandato e largo a tacchi a spillo, unghie laccate e gambe accavallate che mostrano cosce affusolate e toniche.

Ecco la grande novità!

Ecco il nuovo che avanza!

A dir la verità non è poi una novità, il “programma politico” di Renzi assomiglia molto (anzi è una fotocopia) di quello che ormai da anni propugna Cetto La Qualunque, alias Antonio Albanese.

Renzi ha capito che per battere Berlusconi occorreva sfidarlo sul suo stesso campo ed ecco quindi che all’indomani della vittoria viene subito presentata la squadra, a maggioranza femminile, tutte trentenni e avvenenti. Berlusconi KO. La Fiorentina sbanca San Siro (e non solo metaforicamente).

Macché grandi programmi, macché innovativi progetti, per vincere le elezioni servono voti e non c’è nulla che attiri consensi come un bel paio di gambe, sapientemente messe in mostra da una giovane donna.

Ed ecco allora che nel salotto di Bruno Vespa viene subito inviata l’icona del nuovo Pd, Maria Elena Boschi, classe 1981, detta “La Giaguara” per le eleganti scarpe “leopardate” sfoggiate recentemente alla Leopolda.

Nella squadra di Renzi si occuperà delle riforme istituzionali, magari non sarà preparata sull’argomento come il Prof. Sartori, ma volete mettere l’immagine …

Certo per l’immagine ci siamo, ma per quel che riguarda l’eloquenza? L’oratoria?

Macché eloquenza, macché oratoria, cosa volete che contino!

L’80% degli italiani non conosce il significato della parola “laico”, figuriamoci cosa può capire di un discorso politico di alto profilo. E poi l’ha detto chiaramente lo stesso Renzi che il suo riferimento culturale è Maria De Filippi, quindi? Quindi le sue collaboratrici si adeguano.

Ed ecco che quando alla enfant prodige renziana viene chiesto (dalla controparte, naturalmente, perché Vespa, che gigioneggia inebetito, si guarda bene dal mettere in difficoltà la giovane ospite) se la nuova amministrazione Renzi avrà il coraggio di dare risposte anche impopolari alla miriade di italiani che chiede uno stipendio pubblico, ecco la Boschi come risponde: “Innanzitutto noi abbiamo voluto assegnare il comparto lavoro ad una donna incinta …”

NO!

NOOOOOOOOOO!!!

Neppure Tina Cipollari (la anchor woman di “Uomini e Donne”) sarebbe stata capace di scendere ad un livello più basso nella discussione.

Il riferimento culturale a Maria De Filippi, al quale accennavamo, trova in quella frase la sua piena manifestazione, manca solo la lacrima di commozione.

Carissimi lettori, ma come si può pensare che ragazzine, certo carine ed ammiccanti, ma prive di qualsiasi preparazione, politica e culturale, oltre che, naturalmente, di esperienza, possano essere in grado di affrontare e risolvere gli angoscianti problemi che attanagliano il nostro Paese?

Può far prendere voti, ma per guidare un Paese e dargli prospettive “quello” non basta, ci vuole ben altro.

Come “quello” cosa?

“‘U pilu”.

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro