Italia in svendita

Italia in svendita

Salutiamo anche World Duty Free che attraversa le Alpi per sbarcare in Svizzera, destinazione Basilea, sede della Dufry, nasce così il leader mondiale del settore dei negozi aeroportuali.

A cedere il 50,1% della società, i Benetton che incasseranno così circa 1,3 miliardi di euro, ossia 10,25 euro per azione, ricordiamo che World Duty Free venerdì scorso al fixing aveva fatto segnare una quotazione di 10,96 euro.

Il titolo, dallo scorso novembre, anche per le continue voci di una possibile acquisizione, aveva avuto un boom in Borsa arrivando a guadagnare in questi ultimi cinque mesi all’incirca il 70%.

World Duty Free era “nata” circa un anno e mezzo fa attraverso un’operazione di spin-off da Autogrill, partita a Piazza Affari intorno agli 8 euro aveva avuto subito un buon successo in Borsa si riteneva infatti che la “scissione” da Autogrill fosse avvenuta proprio per valorizzare l’azienda in funzione di una sua probabile vendita.

Nel 2014, venuto a mancare l’appeal speculativo, le quotazioni erano scese parecchio fin quando, circa sei mesi fa, come detto, la famiglia Benetton ha manifestato pubblicamente la decisione di mettere l’azienda sul mercato, da allora sul titolo è tornata l’attenzione degli investitori.

L’interesse degli svizzeri c’è sempre stato, ma è diventato concreto dopo l’apprezzamento del franco avvenuto per la nota decisione della Banca Centrale Svizzera di non bloccare più il cambio della moneta elvetica nei confronti dell’euro.

E’ l’Italia che va.

Ecco a cosa si riferiva Renzi quando proprio in questi giorni ha dichiarato che “l’Italia sta ripartendo”, è vero! Non è la solita balla di Renzi, sta proprio ripartendo … si era fermata un attimo … ed ora riparte … per andare all’estero.

Dall’inizio della crisi, cioè dal 2008 sono parecchie centinaia le aziende ed i marchi italiani finiti in mani straniere, è inutile fare una lista, sarebbe troppo lunga, il settore forse più bersagliato è quello agroalimentare per il quale si fa prima ad elencare quelle rimaste nel nostro Paese.

Anche il settore moda è stato “saccheggiato”, e per quanto riguarda il mondo dei motori?

Beh sapete tutti che Ducati e Lamborghini un paio di anni fa sono sbarcate in Germania, per la precisione a Wolfsburg, sede della Volkswagen e l’altro giorno Pirelli è andata in Cina.

Ok dai, però ci è rimasta la Fiat!

Intendete dire FCA (Fiat Chrysler Automobiles)?

Ci vuole un bel coraggio a chiamarla ormai azienda italiana, da noi sono rimasti dei “capannoni” nei quali vengono prodotte un po’ di autovetture, la sede, il cervello e la stragrande maggioranza della produzione è tutta all’estero.

Ciao Italia!

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro