La bomba della Merkel: Grecia fuori dall’euro

La bomba della Merkel: Grecia fuori dall’euro

I nodi vengono al pettine, l’Europa è vicina ad una svolta epocale, dopo che per anni ci si è intestarditi con un accanimento terapeutico senza senso la Germania sembra ormai costretta ad alzare bandiera bianca.

O meglio non è una resa, né la sconfitta di una battaglia, diciamo che è “un arretramento strategico”, ma tutt’altro che insignificante, anzi …

… potremmo dire che nel “muro” tedesco si è formata una crepa, ed ora è più facile che gli eventi atmosferici … col tempo … possano ingrandire la falla al punto tale che il crollo diventi solo una questione di tempo.

Questi i fatti.

Come sapete la Grecia, non essendo riuscita ad eleggere il Capo dello Stato andrà al voto, qualora vinca l’attuale compagine governativa, non cambierà nulla, o quasi, cioè la Grecia dovrà andare avanti con i sacrifici, gli arriveranno ancora aiuti, ma … insomma … avete capito, non cambierà quasi nulla, almeno per un po’ di tempo.

Qualora invece vinca Syriza, cioè il partito di estrema sinistra, il suo leader, da sempre anti euro, ultimamente è diventato più “moderato” (mica scemo), dato che sa che fuori dall’euro la Grecia andrebbe alla fame (ATTENZIONE: NON SAREBBE COSI’ PER L’ITALIA ED IN UN ALTRO ARTICOLO SARO’ ESAUSTIVO SU QUESTO PUNTO FOCALE), cerca di ottenere qualcosa (anzi, moltissimo) dai partner dell’eurozona, ossia una rinegoziazione del debito pubblico greco.

Chiaro?

Ok, lo dico con altre parole. Tsipras dice all’Europa, ed alla Germania in particolare che è la nazione che più beneficia della moneta unica: se volete che la Grecia rimanga nell’euro dovete ridurci di un tot (cioè una percentuale da stabilire) il nostro debito pubblico (e ribadisco: mica scemo!).

Chiamatelo ricatto o contrattazione, non importa in questo momento, fatto sta che così il “microbo” Grecia mette in crisi il “colosso” Germania.

Perché?

Semplicissimo. Se la Germania non accetta, comunque la Grecia non onorerà il proprio debito, perlomeno quello che non è in mano dei greci, cioè la gran parte di esso, e per i tedeschi è una doppia fregatura, i soldi che hanno dato in aiuti alla Grecia non li rivedono più, ma soprattutto un Paese esce dall’euro e può essere l’inizio della frana, perché sarebbe la dimostrazione più lampante che Draghi mentiva quando diceva che “l’euro è irreversibile” ed insomma, è inutile che mi dilunghi, chi poi potrà impedire successivamente di fare la stessa cosa al Portogallo, l’Irlanda, la Spagna, l’Italia …

Se invece la Germania accetta, e quindi “abbona” una parte del debito pubblico ai greci, beh! Alle prossime elezioni Allianz Fur Deutschland, cioè il partito tedesco anti euro prende il 50% dei voti, perché i tedeschi non sopporterebbero che con i soldi delle loro pensioni si vada a sanare parte del debito pubblico di quei “fannulloni” di greci che, secondo loro, hanno sempre vissuto sulle spalle degli altri.

Insomma proprio un bel guaio per la Merkel, che però, forse su consiglio del Ministro delle finanze Schauble, ha fatto la cosa più giusta (anche se probabilmente non sarà quella vincente), ha giocato d’anticipo ed ha fatto uscire su Der Spiegel (ufficialmente un settimanale autorevole, nella realtà l’organo di informazione del Governo) un articolo in cui praticamente finge di non essere affatto in difficoltà, anzi … è tranquillissima!

Cosa ha detto la Merkel?

Più o meno (traduciamo dal politichese): se anche la Grecia esce dall’euro non cambia nulla, perché, con  le misure prese in questi ultimi anni da Draghi, tutti gli altri Paesi non avranno ripercussioni di alcun genere, quindi è solo la Grecia il problema, era stato un errore farla entrare, quindi ora se ne vada pure. Ma la Cancelliera aggiunge però, in tono minaccioso, che gli impegni presi da uno Stato vanno rispettati anche se cambiano i Governi, quindi non si azzardi Tsipras a non onorare il proprio debito altrimenti saranno guai.

Come andrà a finire?

Ovviamente non lo so, ho qualche idea, ma voglio rifletterci ancora un po’ quindi tornerò presto sull’argomento.

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro