Lavoro, guerra tra poveri

Lavoro, guerra tra poveri

Ma non ci dicevano che gli italiani non volevano più fare certi lavori? Non ci dicevano che avevamo bisogno di “importare” mano d’opera straniera perché, ad esempio, in Italia si faceva fatica a trovare chi volesse fare l’infermiere?

Un lavoro faticoso, stressante, in cui bisogna fare “ i turni”, cioè “fare la notte”, ed anche quando si “fa la mattina” bisogna iniziare alle 7 e presentarsi prima per le consegne per non parlare del tempo che ci vuole per recarsi sul posto di lavoro … insomma un’alzataccia!!!

E chi vuol fare quella vitaccia per un misero stipendio a fine mese?

Non so se “i lavori che non vogliono fare più gli italiani” fosse sempre stata “una balla” raccontataci per giustificare, in alcuni casi, lo sfruttamento a condizioni inumane della manodopera straniera oppure no, di sicuro, ora, non regge più.

E l’esempio eclatante di come sia ridotta l’Italia, arriva dal Veneto dove, per due posti di infermiere, ci sono  7.000 aspiranti provenienti da tutta Italia.

Ognuno di loro ha quindi 1 probabilità su 3.500 di essere assunto, quasi quanto quella di vincere ad una lotteria, e volete scommetterci che i due “superfortunati” verranno anche tacciati di essere i due più “super raccomandati”?

Ma la “letterina” dell’Onorevole di turno ormai non funziona più! O no?

Ed allora, se per assegnare i posti si farà riferimento solo al merito, beh! Si potrà dire che alla ASL 15 di Cittadella (Padova) e alla Asl 6 di Vicenza entreranno a far parte dell’organico due mega infermieri, visto che avranno dovuto superare una durissima selezione.

I due vincitori, però, non saranno gli unici a trarne un beneficio economico dai due mega-concorsi, ci guadagneranno anche i promotori dei “pullman per concorsi” organizzati praticamente in tutte le città del Sud a prezzi popolari (o quasi). Un esempio? Andata e ritorno dalla Puglia, naturalmente senza pernottamento,  tra i 50 ed i 60 euro con pullman personalizzati di colore giallo sui quali spicca il logo rosso “falce e forchetta”.

I veneti non gradiscono tanto la concorrenza dei candidati che arrivano dal Sud Italia che solitamente godono anche del vantaggio di provenire dalle Università del nostro Mezzogiorno, notoriamente non troppo selettive e decisamente più generose in fatto di votazioni.

Ed a dire il vero, in effetti, c’è una parte di Italia in cui questa “concorrenza” è stata eliminata, mi riferisco all’Alto Adige che usufruendo dello “Statuto speciale” attribuisce, nei propri concorsi a posti pubblici, un punteggio talmente elevato ai residenti da rendere quasi impossibile, per chi proviene da altre regioni, occupare le parti alte della graduatoria.

Insomma, non ci voleva molto a capire che di questo passo si scatenerà, anzi, di fatto si è già scatenata, la “guerra fra poveri”, quelli sono due posti “a tempo indeterminato” e valgono più di una pepita d’oro.

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro