Le pensioni in Italia? Sono troppe e troppo alte

Le pensioni in Italia? Sono troppe e troppo alte

Come al solito, a questo punto è diventata una stucchevole ricorrenza, quando l’Inps comunica i propri dati riguardanti il numero e gli importi delle pensioni erogate nel nostro Paese, si assiste all’ormai usuale sceneggiata napoletana. Più o meno il tenore è questo:

Poveri pensionati!

Il 43% ha un assegno mensile inferiore ai 1.000 euro!

Cinque milioni di persone vivono con un assegno medio di 702 euro al mese e 1,2 milioni di 294 euro.

E via di questo passo.

Ora, carissimi lettori, so perfettamente che diventerò impopolare, ma, come noto, voglio sempre mettere la verità davanti a tutto, anche alla popolarità, per cui dico, senza il minimo tentennamento, che queste pensioni sono troppo alte e sono un “regalo” che uno Stato sciupone ha fatto ad alcune generazioni passate.

Quando vengono sottolineati dai media gli importi eccessivamente contenuti di questi assegni, infatti non si tien conto di alcuni fattori che invece sono fondamentali per inquadrare correttamente il problema e quindi per “capire”.

Innanzitutto ricordiamo un dato essenziale dal quale è necessario partire, e cioè che l’Inps eroga più di 21 milioni di pensioni a 15,8 milioni di persone, sono una enormità!

Non solo, ma proprio tutti gli assegni pensionistici erogati nel nostro Paese, che ripeto superano i 21 milioni, sono di un importo superiore a quanto spetterebbe ad ogni pensionato se il sistema fosse equo e corretto.

Quindi tutti i pensionati, anche coloro che prendono meno di 500 euro al mese, dovrebbero ringraziare lo Stato italiano per ricevere un assegno superiore al dovuto.

La sola eccezione va fatta per le pensioni di invalidità (quella vera!) che effettivamente sono vergognosamente basse, ma, vista l’eccezione torniamo alla regola.

La stampa nazionale sottolinea inoltre come gli assegni incassati dalle donne siano mediamente inferiore a quelli percepiti dagli uomini. Ebbene io mi chiedo, ma i “giornalisti” (anche se è difficile attribuir loro questo appellativo) che scrivono queste cose sono davvero così stupidi o usano volutamente questo tono mellifluo e ipocrita per interessi “di bottega”?

E’ evidente, non serve nemmeno sottolinearlo, che le donne, soprattutto nei decenni scorsi, hanno avuto una “vita lavorativa” decisamente inferiore a quella degli uomini, beneficiando in particolare degli assurde regole che permettevano di usufruire di trattamenti pensionistici anche in presenza di pochi anni di contribuzione, e non dimentichiamo neppure che spesso godono di assegni di reversibilità.

Perché quindi insistere su quel tema che oggi, con una espressione idiota, viene chiamato “parità di genere”, in un campo, come quello pensionistico, in cui le donne non hanno alcun svantaggio, semmai è vero il contrario? La risposta a questa domanda, al solito va ricercata nella penosa situazione in cui si trova “l’informazione” in Italia.

Ma poi per dimostrare che le pensioni in Italia sono estremamente “generose” basta guardare al bilancio dell’Inps la cui gestione finanziaria, nello scorso anno, ha avuto un saldo negativo per 9,9 miliardi di euro.

Visto che l’Inps, in buona sostanza, non fa altro che incassare contributi ed erogare pensioni, è evidente che se ha un deficit di bilancio significa che ha minori entrate rispetto alle uscite, cioè, in parole povere, dà più di quanto riceve.

Semmai occorrerebbe sottolineare, ed invece questo i media quasi lo ignorano, che la stragrande maggiorana del deficit Inps deriva dall’ex Inpdap, ossia dai dipendenti pubblici, che evidentemente, tutt’oggi, sono i maggiori beneficiari di un sistema che ha fatto acqua da tutte le parti, creando non un buco, ma una voragine.

Ma concludiamo, comunque con un’ultima considerazione a mio avviso molto importante, i media nazionali utilizzano spesso espressioni roboanti come “scontri generazionali”, oppure che ai giovani d’oggi è stato “rubato il futuro”, certamente non abbiamo costruito la migliore società nella quale vivere, ma limitando l’analisi al campo pensionistico, quelle espressioni sono fuori luogo.

L’Inps, in buona sostanza, come abbiamo già sottolineato, non fa altro che prendere dei soldi e redistribuirli, non può fare danni, ebbene se in passato è stato più generoso con alcune generazioni, visto che nessuno di noi porta i soldi nell’aldilà, questa generosità ricadrà comunque sulle future generazioni se non altro semplicemente per questioni ereditarie.

Certo, visto che pasti gratis non ce ne sono, come tutti sanno, si eredita l’attivo, ma anche il passivo.

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro