Puigdemont vuol negoziare o prendere tempo?

Puigdemont vuol negoziare o prendere tempo?

La lettera che il Presidente della Generalitat de Catalunya, ossia del Governo catalano, Carles Puigdemont ha inviato al Premier spagnolo Mariano Rajoy, in risposta all’ultimatum che quest’ultimo gli aveva imposto (Avete dichiarato l’indipendenza: Sì o No?), è sostanzialmente evasiva.

Come molti avevano prospettato ciò che si sta giocando nella penisola iberica è una partita a scacchi nella quale ognuno, anziché attaccare, gioca in difesa, sperando in un qualche errore dell’avversario.

Puigdemont chiede quindi di “dialogare e negoziare al fine di giungere ad un accordo”. Naturalmente non specificando se questo accordo possa contemplare l’indipendenza della Catalogna o soltanto una maggiore autonomia da Madrid.

Quindi, sempre utilizzando una terminologia scacchistica, Puigdemont ha “mosso” e bloccato il proprio orologio, facendo partire quello del suo avversario. Una mossa difensiva, pertanto, che ha lo scopo, da una lato di guadagnare tempo, e dall’altro di indebolire l’avversario creando una frattura all’interno dell’opinione pubblica spagnola perché sono in molti, anche a Madrid, a prediligere una linea morbida che porti a dirimere la questione con “il dialogo”.

Come risponderà Rajoy?

Presumibilmente chiedendo che entro giovedì Puigdemont ammetta di non aver mai dichiarato l’indipendenza della Catalogna, premessa essenziale affinché si possa instaurare un qualsiasi tipo di dialogo che comunque non contemplerà nessun possibile futuro referendum sull’indipendenza della Catalogna.

Andando avanti di questo passo, presumibilmente, ognuno dei due contendenti cercherà di vincere la contesa per sfinimento dell’avversario.

Ma fondamentalmente il nocciolo della questione è semplice:

NON PUO’ ESISTERE STATO SENZA SOVRANITA’

Sovranità al plurale, però!!!

Quindi, fra le varie sovranità anche quella monetaria.

Si è ribadito più volte che anche i più fervidi indipendentisti catalani fossero “europeisti” nel senso che il nuovo Stato che andava a nascere avrebbe comunque fatto parte dell’Unione europea.

Ma era una volontà “vera”? O una dichiarazione di opportunità?

Sì perché penso che nessun indipendentista catalano fosse tanto sprovveduto dal pensare che la Spagna non avrebbe fatto alcuna opposizione, nessuno pensava che Madrid dicesse “Prego, fate pure uno Stato indipendente, sceglietevi voi i confini, e viviamo in pace ed armonia”.

Quindi i catalani penso che abbiano espresso più volte la loro “fede europeista” … per convenienza! Sperando cioè di farsi un alleato, l’Europa appunto, o che perlomeno Bruxelles non entrasse nella partita risultando di fatto neutrale.

Non è così!!!

E Juncker lo ha detto senza mezzi termini, riporto la dichiarazione virgolettata:

 “Se consentiamo alla Catalogna di diventare indipendente, altri faranno lo stesso, e non mi piace, l’Ue diventerebbe a 98 Stati, già è difficile a 27…”

Avete capito che bella dimostrazione di democrazia???

La Catalogna non deve diventare indipendente NON perché non ne avrebbe il diritto, ma perché altrimenti altri farebbero lo stesso!!! E a lui NON PIACE !!!

Ma questa persona ha letto nella sua vita una pagina di un libro di diritto???

Evidentemente no!!!

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro