"Rapporto sull’andamento del Debito Pubblico" devastante (fonte Ministero dell’Economia)

"Rapporto sull’andamento del Debito Pubblico" devastante (fonte Ministero dell’Economia)

Ebbene sì, è lo stesso Ministero dell’Economia che nel suo rapporto annuale ci informa dell’allarmante andamento del nostro Debito Pubblico. Sappiamo tutti che il nostro Debito Pubblico, giorno dopo giorno, mese dopo mese, trimestre dopo trimestre continua ad aumentare in una spirale senza fine (anzi la fine la conosciamo benissimo … BOOOM!!!).

Tuttavia leggere il “Rapporto sull’andamento del Debito Pubblico” che il Ministero dell’Economia è obbligato a pubblicare annualmente è quasi angosciante.

Questo “Rapporto” non viene molto divulgato dai nostri media, diciamo che né Renzi né Padoan vanno da Fazio a promuovere la lettura dell’opuscolo, anzi cercano di farlo passare inosservato, purtroppo per loro, però, qualcuno lo va a leggere (qualche “autolesionista” lo si trova sempre), e quello che scopre è veramente inquietante.

Mi soffermo solo su un punto che può risultare ostico per le persone comuni, ma in realtà non lo è, mi riferisco al capitolo dedicato ai “derivati”.

Premetto che non sono contrario ai derivati “per principio”, sono operazioni finanziarie lecite anche se talvolta poco trasparenti, ma sappiamo tutti che le cose “poco trasparenti” vanno evitate, e non c’è  nessuno al mondo che ci può costringere a sottoscrivere un “contratto” che non comprendiamo.

Nell’immaginario collettivo, invece, il termine “derivati” è diventato sinonimo di “truffa” o “fregatura”. Ebbene, se tali operazioni sono proposte in modo truffaldino a persone ignoranti in materia, allora ci troviamo di fronte ad un reato penale, se però vengono sottoscritte dal Ministro dell’Economia … beh! Mi auguro che non si possa invocare la nullità di quei contratti appellandosi proprio al reato di circonvenzione di incapace.

Ed allora andiamo a vedere in questo “Rapporto sull’andamento del Debito Pubblico” cosa ci dice il nostro Ministro Padoan a proposito dei derivati.

Ci dà subito una buona notizia: nello scorso anno “il valore nominale complessivo è sceso di 8,7 miliardi, passando dai 159,6 miliardi del 31 dicembre 2014 ai 150,9 di fine 2015”.

Buona notizia no?

Insomma, questa non è né una buona, né una cattiva notizia, infatti ci dice soltanto che l’ammontare di tali operazioni finanziarie si è ridotto,ma quel che ci importa è sapere se con questi derivati ci stiamo guadagnando oppure ci stiamo perdendo.

Chiaro? Per fare un esempio e rendere più esplicito il concetto, non è tanto importante quanto stiamo “investendo”, se 159 oppure 150 miliardi, ciò che ci importa sapere è: questi investimenti ci stanno fruttando oppure ci stanno facendo perdere dei soldi?

E Padoan ce lo dice subito:

“Il mark to market dei derivati, è passato dai -42,06 miliardi di fine 2014 ai -36,65 miliardi del dicembre 2015.”

Ottima notizia!!!

O no?!?!?

Avete già capito vero?

La cosa ancor più urtante è che Padoan cerca di mascherare una brutta notizia in maniera tale che sembri bella! Insomma, imbroglia le carte.

Forse è bene spiegare. Valutare un investimento “mark to market” significa banalmente che viene valutato “a prezzi di mercato”. Quindi, per esempio, se acquisto 1.000 azioni di un titolo pagandole 100 euro ciascuna ho fatto un investimento di 100.000 euro, ma se dopo un certo periodo quelle azioni perdono il 10%, il valore del mio investimento si ridurrà a 90.000 euro, contabilmente, quindi, dovrò evidenziare una perdita finanziaria di 10.000 euro.

Tornando al nostro Debito Pubblico sembra così che le nostre operazioni in derivati abbiano visto ridurre il loro passivo da 42,06 miliardi  a 36,65 miliardi, quindi … un’ottima notizia. Certo! Se nel frattempo però non ci fossero state altre operazioni! Invece …

Chiariamo innanzitutto che stiamo parlando di passività finanziarie, ossia che queste operazioni in derivati ci hanno prodotto UNA PERDITA di 42,06 miliardi nel 2014, “apparentemente” (ed ora spiegheremo perché), ridotta a 36,65 miliardi e quindi migliorata di 5,40 miliardi (42,06 – 36,65), ma sempre di perdita parliamo.

Il fatto è che nel 2015, ce lo dice l’Istat, quindi ci atteniamo ai soli dati ufficiali, questi contratti sono costati allo Stato 6,75 miliardi di euro!!! Quindi lo scorso anno la nostra situazione NON è migliorata, ma è peggiorata di 1,35 miliardi (6,75-5,40).

Ma il Ministero dell’Economia questo non ce lo dice!!! Verrebbe da chiosare: falsi e disonesti! Padoan si limita a dire che “Il valore negativo, nell’attuale fase di mercato, è l’inevitabile conseguenza della funzione assicurativa svolta da questi strumenti”. Sempre più falsi e disonesti! E mi spiego.

Il valore dei derivati per lo stato italiano è negativo DA 10 ANNI!!! Altro che “l’attuale fase di mercato”, ma la cosa peggiore è il fatto che venga fatto riferimento alla “funzione assicurativa svolta da questi strumenti”.

Anche in questo caso mi corre l’obbligo essere preciso.

Se un investitore, una persona qualsiasi intendo, volontariamente investe in derivati con intenti speculativi, naturalmente con la premessa che sia una persona consapevole dei rischi, ben informata ecc. ecc. ecc., ebbene, come ho già detto, personalmente, non ho nulla in contrario. Dopotutto c’è chi acquista biglietti della lotteria o “gratta e vinci”, che sono operazioni molto più speculative rispetto all’acquisto di prodotti finanziari derivati.

Ma uno Stato NO!!! Uno Stato non può mettersi a fare delle scommesse!!! Uno Stato non può far dipendere il futuro dei propri cittadini dal “caso”.

Chi governa uno Stato ha l’obbligo di agire per il bene del popolo.

Tuttavia il buon Padoan in pratica ci sta dicendo: “No! Io non sto facendo operazioni speculative, questi sono strumenti che svolgono una funzione assicurativa”. E’ così?

Ebbene che i prodotti derivati siano nati per svolgere una “funzione assicurativa” non c’è dubbio, ma per operatori economici, insomma tipicamente per le aziende che vogliono coprirsi dei rischi, non per uno Stato nazionale.

Che senso ha che uno Stato nazionale si faccia “assicurare” da Banche private?

La verità è che i derivati sottoscritti dal nostro Tesoro NON  hanno funzioni assicurative. Ed è anche facilissimo dimostrarlo.

Carissimi lettori, cosa fate voi quando volete assicurare per esempio la vostra casa o la vostra automobile? Ovviamente, entrate in una assicurazione, gli date dei soldi, e ve ne uscite con un contratto sul quale c’è scritto che se doveste subire un danno sarete rimborsati.

Quando stipulate questo contratto siete voi a versare il premio all’assicurazione, vero? Non è l’assicurazione a pagarvi per aver stipulato quel contratto, giusto? Al massimo l’assicurazione vi indennizzerà qualora accada un sinistro.

Lo so che state pensando: ma che ci dice Marcotti? E’ ovvio! Se voglio assicurarmi devo io versare il premio!

Certo! Ma le “assicurazioni” di cui parla Padoan, invece, non funzionano così! Quando le sottoscrive lo Stato incassa dei soldi dalla Banca controparte. Incassa dei soldi? Sì, però, dato che le Banche non sono opere pie, in cambio lo Stato si impegna a restituirli rispettando alcune condizioni, queste condizioni potrebbero anche essere vantaggiose per coloro che sottoscrivono questo tipo di operazioni (nel nostro caso lo Stato), ma naturalmente sono sempre più vantaggiose per la Banca!!!

E perché?

Ma è ovvio!!! Perché altrimenti la Banca non le farebbe!!!

La Banca non è mica obbligata a fare operazioni in derivati con chicchessia, tanto meno con enti pubblici ed ovviamente, visto che come tutte le società private ha scopo di lucro, le fa solo se ne ha convenienza.

Ma allora, mi direte, i nostri governanti sono davvero degli idioti! Perché lo fanno?

Ma perché, come ho detto, nell’immediato hanno un vantaggio (incassano i soldi dalle Banche), quando poi dovranno restituirne molti di più … ci saranno altri al Governo, ed allora saranno … affari loro!!!

E se ci fossero ancora loro al governo?

Beh! Qualcosa si inventeranno, metteranno una nuova tassa per pagare quanto dovuto alle Banche!!!

Oppure …

… “rimoduleranno” il contratto.

E cosa vuol dire rimodulare il contratto derivato?

Semplicemente significa prorogarlo, ed ovviamente la Banca l’accetterà solo applicando delle condizioni ancora più favorevoli a lei e penalizzanti per la controparte.

Ma sapete cari lettori, qual è la cosa più triste? E’ che il nostro Governo si vanta per aver “rimodulato” un contratto che era in scadenza a febbraio del 2015!!!

Sempre nel  “Rapporto sull’andamento del Debito Pubblico”, infatti, viene espressamente citata una operazione che scadeva nel febbraio 2015 e per la quale il nostro Governo, riportiamo testualmente, “è intervenuto efficacemente”.

E cosa ha fatto il nostro Governo? Semplicemente ha rinviato la scadenza di quella operazione al 2017, accettando naturalmente condizioni nettamente peggiorative. E chi dice che le condizioni accettate per rinviare la scadenza dell’operazione siano nettamente peggiorative? Semplicemente la logica, visto che, dopo la “rimodulazione”, quell’operazione ora vale diverse decine di milioni di euro in meno!!!

E nel 2017 cosa faranno Renzi e Padoan, se ci saranno ancora loro? Saranno costretti a pagare interessi maggiori sul nostro debito pubblico, oppure, se le Banche glielo concederanno, rimoduleranno il contratto al 2019 ed allora … chi vivrà, vedrà.

Chiaro ora il significato di “intervenire efficacemente”?

Povera Italia.

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro