Sorpresa alle elezioni in Brasile, la Borsa vola

Sorpresa alle elezioni in Brasile, la Borsa vola

Noi ci lamentiamo degli errori, a volte marchiani, dei nostri sondaggisti, soprattutto quando si tratta di previsioni elettorali, nulla in confronto a quanto accaduto in Brasile.

Tutte le rilevazioni fatte nei giorni precedenti il voto di domenica scorsa vedevano un testa a testa fra due candidate, l’attuale premier Dilma Rousseff (la “delfina” di Lula) del Partito dei Lavoratori e l’ambientalista Marina Silva del Partito Socialista, molto distante (accreditato solo del 12% dei voti) il socialdemocratico Aecio Neves.

Ebbene il responso elettorale ha quasi del tutto stravolto i sondaggi, ad ottenere il maggioranza relativa, come scontato, la “Presidenta” Dilma Rousseff che però si è fermata ad un deludente 41%, mentre clamorosamente al secondo posto, e quindi al ballottaggio andrà Aecio Neves che ha raccolto il 33,6% dei voti, soltanto terza Marina Silva con il 21,6%.

Ora la rielezione della Rousseff è tutt’altro che scontata, sull’onda dell’entusiasmo Neves, al ballottaggio, potrebbe anche accaparrarsi tanti voti andati nella prima tornata elettorale alla Silva, e dopo i recenti insuccessi in campo economico i consensi al Partito dei Lavoratori sono in picchiata.

Neves, ripetiamo, è un socialdemocratico, ma per il Brasile è un liberista, dato che ritiene che debba essere almeno parzialmente ridotto il peso dello Stato nell’economia del Paese sudamericano.

Oggi, ricordiamolo, in Brasile, lo Stato controlla completamente tutti i settori nevralgici dell’economia, dal petrolio, all’energia alle banche e non stupisce quindi la reazione “esplosiva” che hanno avuto alcuni titoli dopo l’esito elettorale: Banco do Brasil (+11,9%), Centrais Eletricas Brasileiras (+9,3%) e Petroleo Brasileiro (+11,1%).

Non ci resta che attendere il 26 ottobre quando i brasiliani torneranno alle urne per decidere chi sarà il nuovo Presidente, certamente un’eventuale vittoria di Neves avrebbe del clamoroso e, per l’intera America Latina, sarebbe una svolta epocale.

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro