Tosi ha torto, ma anche Salvini, però …
Non mi è mai piaciuto Flavio Tosi, né quando incarnava l’anima più rozza e becera della Lega, proponendo entrate separate sui bus per gli extracomunitari, né quando ha avuto la “conversione” diventando, semplicemente per convenienza personale (e speriamo solo per quella), un politico moderato.
Penso che lui abbia sempre avuto un’avversione per Milano e la Lombardia intera, e si sia sempre scagliato contro i politici che in un certo senso sono stati l’emblema di quella regione, contro Berlusconi prima, contro Bossi poi ed oggi contro Salvini.
Ma forse è solo affetto da sindrome di inferiorità. Non avendo né carisma, né qualità per imporsi come leader ha sempre cercato visibilità in questo modo. E la rielezione a Sindaco di Verona, poi, non basta per attribuirgli meriti particolari, un conto è fare il Sindaco di una città (e far meglio dei suoi predecessori non era per nulla difficile), un altro è essere uomo politico di primo piano.
Oggi non si capisce cosa voglia, è un mediocre ed ha già avuto, in termini politici, molto di più dei suoi reali meriti, la candidatura a Governatore del Veneto va “naturalmente” a Zaia e la sua “ribellione” ad un fantomatico commissariamento della Liga Veneta pare del tutto pretestuosa.
Tosi non è mai andato d’accordo con nessuno, forse nemmeno con se stesso, citando il grande Pino Caruso si potrebbe dire che a volte ha dei pensieri che non condivide.
Detto questo, però, devo anche dire che la nuova linea politica di Salvini non mi convince per niente, caratterizzarsi come un partito di destra potrà anche giovare in termini di voti (e poi non è neppure detto), ma certamente un partito la cui bandiera da sempre è stata la trasformazione del nostro Stato in senso Federale o Confederale (sul modello svizzero) è un qualcosa di molto distante sia dalla destra che dalla sinistra.
Naturalmente la campagna “NO euro” è sacrosanta, ma non ci si può compiacere che sia condivisa anche da partiti che, fuori dall’Italia, hanno grandi consensi popolari, Salvini dovrebbe sottolineare con maggior enfasi che, se anche si trovano dalla stessa parte nella battaglia contro la moneta unica, la Lega è, e rimarrà sempre qualcosa di ben diverso dal Front National.
E’ vero che per un partito il risultato elettorale è l’obiettivo primario, ma non fino al punto di “rinnegare” i propri ideali. Sarò magari un utopista, ma misuro i politici non per il numero di voti che riescono a raccattare, ma per la capacità di raccogliere consensi non opportunistici.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro