Il mondo ha bisogno di una rivoluzione liberale

Il mondo ha bisogno di una rivoluzione liberale

Il Dow Jones e lo S&P500 cercano un assestamento, mentre il Nasdaq vola verso vette inviolate giorno dopo giorno. Forse poteva essere prevedibile, ma a mio parere si sono superati tutti i limiti.

Continua così una situazione paradossale, si acquista in Borsa perché “non si può fare altro” ed allora mentre per le aziende tradizionali le bolle speculative si evidenziano presto, ci si rifugia sui titoli che una volta identificavamo col termine di new-economy perché dopotutto sono ancora abbastanza difficili da valutare.

Tuttavia 147 dollari per una azione Apple, 152 dollari per una azione Facebook, 935 dollari per una azione Google e soprattutto 950 dollari per una azione Amazon sono quotazioni “lunari”.

D’accordo che sono le aziende che governano il mondo e per questo non pagano tasse, ma può andare avanti così all’infinito? Mentre i cittadini comuni sono tartassati queste mega-multinazionali non versano praticamente nulla all’erario degli Stati nei quali fanno profitti da capogiro, sappiamo però che un bel giorno qualcuno porrà fine a questo scempio.

Detto questo, però, occorre capire da dove nasce questa gigantesca bolla speculativa ed è evidente che la situazione odierna sui mercati finanziari è figlia delle inaudite decisioni prese dalle Banche Centrali che, con lo scoppio della crisi, hanno letteralmente perso il lume della ragione.

Probabilmente i banchieri centrali sono entrati nel panico, prima hanno azzerato i tassi poi hanno inondato il mercato di liquidità che, anziché arrivare all’economia reale, è finita quasi esclusivamente sui mercati finanziari, ed ora non sanno come uscirne.

La prova più evidente che sia andata in questo modo viene fornita dall’elezione di Trump, mai, se non ci fossimo trovati in una situazione a dir poco drammatica, sarebbe stata eletta una persona che non è espressione della politica.

Ed adesso i mercati si trovano costretti a “rilanciare” di continuo perché ritengono che una frenata possa tramutarsi in una rovinosa caduta. Ovviamente la situazione è seria, ma si possono ancora fare diverse cose, senza ricorrere alle armi.

Principalmente vanno rialzati i tassi in tempi brevi, penso che in questo momento un livello appropriato non debba essere inferiore al 2,5%.

Ma soprattutto occorre prendere decisioni  radicali di politica economica, occorre infatti cambiare totalmente il modello di sviluppo prima che sia troppo tardi. Ed ora mi spiego.

I fautori di un maggior intervento dello Stato attribuiscono la crisi del ’29 e quella del 2008 alle politiche “liberiste” in campo economico. Ebbene a me non interessano le etichette, quindi non mi perdo nel disquisire sui termini “liberismo” e “neo-liberismo”, ciò che è importante a mio avviso è ricordare a tutti che un “liberista” o un “neo-liberista” vuole, prima di ogni altra cosa, che … il mercato funzioni!!!

Quindi non solo vorrebbe limitare il più possibile l’intervento dello Stato in economia, ma è assolutamente contrario ai monopoli!!!

Ed il dominio mondiale di aziende come Apple, Facebook, Google ed Amazon associato al fatto che in ogni angolo della terra (Usa, Europa, Giappone, Cina), le Banche Centrali sono entrate pesantemente ed in maniera sconsiderata sui mercati finanziari, è la prova più evidente che attualmente il nemico NON è il liberismo, semplicemente perché NON C’E’.

Quindi ciò di cui abbiamo assoluta necessità è proprio di una società più liberale, in tutti i sensi, un liberalismo che, come sosteneva Friedrich von Hayek, non si limiti ad abbracciare il campo economico, ma che possa essere associato a valori universali come democrazia, giustizia ed uguaglianza.

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro