Per una volta che Michele Serra non aveva scritto una sciocchezza …

Per una volta che Michele Serra non aveva scritto una sciocchezza …

Penso sia noto a tutti che non ci sia persona al mondo più “distante” da Michele Serra del … sottoscritto. Per tale motivo non leggo mai i suoi corsivi, ritengo infatti che ci siano una miriade di modi migliori per impiegare il proprio tempo.

Quindi non avevo letto neppure il suo pezzo sugli scolari “bulli”. Con mia somma sorpresa, tuttavia, dando uno sguardo, come ogni mattina, a “Google News” ho visto che un suo “pezzo” era stato molto biasimato, ma l’aspetto singolare è che aveva raccolto critiche “unanimi”, arrivavano infatti sia da destra che da sinistra.

Oibò, mi sono detto, ma cosa può aver scritto Serra da far inviperire anche il popolo (sì insomma si fa per dire) della sinistra?

Beh aveva scritto che: “Il livello di educazione, di padronanza dei gesti e delle parole, di rispetto delle regole è direttamente proporzionale al ceto sociale di provenienza” .

Apriti cielo!

Serra è diventato un classista? O forse, come avanzano in molti, lo è sempre stato?

Ovviamente, anche i più benevoli non hanno perso l’occasione per etichettarlo con un appellativo che ha assunto in questi ultimi tempi un’accezione quasi infamante: radical chic.

Ebbene io non so se Michele Serra si possa definire o meno un radical chic, per me è soltanto l’emblema del più becero populismo e l’espressione più insulsa del giornalismo italiano.

Stavolta, tuttavia, anziché scrivere una delle sue solite sciocchezze, si è limitato a scrivere una banalità assoluta usando una forma non “politicamente corretta”. Insomma, è come se avesse scritto “cieco” anziché “non vedente”.

Avendo egli scritto una banalità ha scatenato critiche a loro volta “banali”. Come ad esempio quella del professore che insegna in un Istituto tecnico il quale tiene a sottolineare come i suoi studenti seppur “di umili origini” siano “ educati e volenterosi” o quella della professoressa del Liceo Scientifico che afferma perentoriamente “l’educazione non ha nulla a che vedere col ceto sociale”. E non manca neppure chi ha ritirato in ballo “Ghira ed il Circeo”.

Tutti i “commentatori” sui social evidenziano con orgoglio le loro umili origini (“sono figlio di un operaio” oppure “mia madre era una sarta”), dimenticando che il novantanove percento della popolazione italiana (ed io per primo naturalmente) non proviene da famiglie abbienti.

Molto è stato fatto, negli anni della “famigerata Prima Repubblica”, per ridurre gli squilibri sociali, tuttavia che negli ultimi dieci anni si siano fatti passi indietro … è del tutto evidente, e Serra lo scopre con colpevole ritardo.

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro