Chi paga per il fallimento delle Banche? Sempre noi!

Chi paga per il fallimento delle Banche? Sempre noi!

Vi avevo già messo in guardia sui rischi del cosiddetto bail-in, pubblicando un articolo sull’argomento già più di sei mesi fa (Il “bail-in”. Cos’è e perché può essere devastante) all’indomani dell’approvazione definiva di Montecitorio della direttiva comunitaria avvenuta con 270 voti favorevoli, 113 contrari e 22 astenuti.

In sintesi l’Europa aveva chiesto di estendere a tutti i Paesi la ricetta Cipro, ossia in caso di crisi finanziarie le Banche non potranno più avere aiuti pubblici, ma saranno chiamati a rispondere, oltre naturalmente agli azionisti, anche gli obbligazionisti ed, in ultima analisi i correntisti con depositi superiori a 100.000 euro.

Occorre a questo punto fare alcune riflessioni.

Da un certo punto di vista il bail-in sembra una norma oggettivamente “giusta”, che equipara le Banche alle altre imprese, se infatti una azienda di qualsiasi tipo va in crisi, a rimetterci sono gli azionisti, gli obbligazionisti ed i fornitori. Non pare corretto, invece, che le Banche godano di aiuti pubblici, ossia che i soldi di tutti noi vengano utilizzati per sanare debiti fatti da imprenditori “privati” che hanno dato prova di essere solo degli incapaci.

Il nocciolo della questione, però, sta proprio nel dare una risposta alla domanda: le Banche sono aziende come le altre?

E’ ovvio che da un certo punto di vista non si può rispondere altro che: SI’.

Hanno Amministratori, dipendenti, bilanci come tutte le aziende del mondo, ma …

… ma svolgono un’attività “mooolto” particolare: gestiscono le disponibilità dell’intera popolazione, insomma, la ricchezza del Paese, che non può, né deve, essere dilapidata.

Ed allora è chiaro chi siano gli azionisti e gli obbligazionisti delle banche, ossia coloro che hanno acquistato azioni e sottoscritto obbligazioni, ma chi sono i fornitori di questa azienda chiamata “Banca”?

Semplice! Tutti noi che depositiamo i nostri risparmi.

Ed il risparmio è “tutelato”  nostra Costituzione. L’art. 47 recita testualmente: La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito. Favorisce l’accesso del risparmio popolare alla proprietà dell’abitazione, alla proprietà diretta coltivatrice e al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese. 

Leggendo questo Articolo 47 verrebbe quindi da chiedersi se la pesantissima tassazione che grava sul risparmio non sia anticostituzionale … ma lasciamo perdere, altrimenti apriremmo un altro dolorosissimo capitolo.

Insomma, ci hanno sempre detto (e scritto) che i nostri soldi depositati in qualsiasi banca del Paese, sono “al sicuro”.

E noi ci abbiamo creduto!!!

O meglio, più che credere ai dettati costituzionali, gli italiani hanno sempre pensato che i loro risparmi depositati in Banca siano “al sicuro” perché nessun cittadino del nostro Paese si è visto prelevare somme per sanare i conti in rosso delle Banche (o meglio anche in questo caso non è del tutto vero, visto le “spese forfettarie” inventate da alcuni Istituti ed affibbiate ai correntisti in maniera assolutamente arbitraria, ma lasciamo perdere anche questo dolorosissimo capitolo).

Insomma gli italiani hanno sempre pensato: scelgo la Banca nella quale depositare i miei risparmi per diversi motivi (ubicazione, spese applicate, cortesia del personale ecc. ecc.), ma fra questi NON c’è la “sicurezza”, visto che, per tutti gli Istituti di credito, alla mal parata, interverrà sempre “lo Stato”.

Naturalmente occorrerebbe sempre ricordare che “lo Stato siamo noi”. Ora, però, come abbiamo detto, recependo la direttiva europea, non può più essere così!

Ed allora?

Dobbiamo stare attenti a quale Banca affidare i nostri sudatissimi risparmi per non correre il rischio di perderli?

In Italia sembra si sia studiata la solita scappatoia, non per nulla siamo il Paese del … “fatta la legge trovato l’inganno”.

Ed allora i correntisti di banca Carife, di Banca delle Marche e di Banca dell’Etruria, che sono Istituti sull’orlo della bancarotta, sembra che possano stare tranquilli perché ci penseranno … le altre Banche!!!

Eh sì, arriveranno soldi dalle altre Banche italiane (in proporzione alla loro “grandezza”), che preferiscono di gran lunga questa “soluzione” che non far riflettere gli italiani sulla “sicurezza dei loro risparmi”.

Se infatti dovessimo scegliere di depositare i nostri risparmi nella Banca che riteniamo “più sicura” probabilmente … non li depositeremmo in una Banca!!!

Un’ultima considerazione, ma se lo “Stato” non può più intervenire per aiutare una Banca in difficoltà, e quindi, come detto, intervengono tutte le altre Banche (o, come si dice “il sistema”), ebbene, chiediamoci: ed “il sistema bancario” che interviene, i soldi, da chi li prende?

… mumble, mumble mumble … (come diceva zio Paperone).

Ma non è per caso che sono ancora soldi nostri???

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro